Mi è sempre dispiaciuto gettar via libri. Per cultura e tradizione essi rappresentano il sapere ed il loro valore simbolico non mi appare troppo sminuito dal fatto che la gran maggioranza del pubblicato sia banale ed anche a volte sgradevole.
L'immagine del sacerdote che innalza il libro sacro, Bibbia o Corano che sia, alla visione dei fedeli permane
in me fortissima più ancora che come simbolo, come affermazione spettacolare di una realtà: il sapere congiunto
al trascendente in una rappresentazione che unisce in sè, in un unico momento, la ragione, il mistero ed il sacro.
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Certo, la sacralità del libro scende dall'esposizione dei tomi religiosi, anzi precipita, fino a sparire nelle pagine più povere sia di contenuto che di materia; ciò nonostante, anche nel libro più brutto continuo a sentire il suo valore simbolico e ciò mi frena dall'inviarlo ad un macero che sa di macerazione tombale, di annullamento fisico e mentale insieme.
Allora li salvo, alcuni ovviamente: i prescelti che il caso invia alla mia opera di fossilizzazione, di mummificazione secondo i canoni illusori del fermare il tempo, i valori, i cari e gli eroi, che hanno caratterizzato la nostra storia e che sono dopotutto un metodo antico di preservazione della memoria.
Solo i volumi di pregio si possono custodire: la bella carta di cotone, la stampa nitida, l'accurato lavoro del legatore ne fanno oggetti realizzati per resistere alle avversità. Non così i volumi economici dove la povera rilegatura ma soprattutto la carta trattata dagli aggressivi acidi sbiancanti fa sì che col tempo, spesso breve, ingialliscano, si sfaldino e si sbriciolino, rendendo inutile la collezione, in triste parodia della vanità delle cose. Si presentano due casi estremi: libri non interessanti ma di buona fattura editoriale e libri di alto contenuto ma in edizione economica, quindi in via di estinzione. Entrambi diventano oggetto delle mie cure di attento imbalsamatore e cauterizzatore delle ferite del tempo.
Necessita innanzitutto una buona copertura ed un irrigidimento del tomo intero e delle sue pagine, a custodia del suo contenuto e della sua essenza di libro. Così protetto si presenta solido ma ancora apribile e chiudibile come i supporti di certe icone bizantine e di altri oggetti di venerazione adatti al trasporto, al viaggio ed alla loro occasionale contemplazione. Da qui inizia l'intervento decorativo o di illustrazione o più concettualmente di intervento sul testo che volte permane, seminascosto, a volte scompare sotto la pittura e le fantasie dei miei viaggi mentali che ancora persistono e mi stimolano al racconto.
Alberto Maria Prina